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Non si conosce l’esatta età della fondazione di Arpino, anche se ritrovamenti archeologici ne dimostrano le origini volsche, popolo di origini incerte a cui sono connesse le vicende dei rostri del foro (preda romana dopo la battaglia navale al largo di Anzio) e di Coriolano.
Le tradizioni locali, e una serie di iscrizioni ancora visibili, fanno risalire la fondazione della città al dio Saturno o ai Pelasgi, analogamente alle altre città del Lazio meridionale cinte da possenti mura megalitiche e dette città saturnie.
Fu teatro e obiettivo di scontri tra Romani e Sanniti, fino ad essere conquistata dai primi nel 305 a.C. Due anni dopo ottenne la cittadinanza romana sine suffragio e divenne prefettura. Nel 188 a.C. ottenne definitivamente la cittadinanza romana.
La sua importanza crebbe fino ad ampliare il suo territorio che raggiungeva a nord-ovest l’attuale Casamari (anticamente Cereatae) e a sud Arce.
Gaio Mario, che ne fu illustre cittadino (e il cui nome è ancor oggi ricordato non solo nell’etimologia della località arpinate di nascita, Casamari (Casa Marii, per l’appunto), ma persino nell’etimologia della regione francese della Camargue (Caii Marii Ager), donò alla città alcuni territori conquistati nella Gallia Narbonense dopo la Battaglia dei Campi Raudii nel 101 a.C.
Con Silla iniziò la sua lenta decadenza che si protrasse durante l’epoca imperiale.
Anche l’avvocato, politico e scrittore romano Marco Tullio Cicerone nacque presso questa città attorno al 106 a.C.
Nell’Alto Medioevo le sue mura fortificate ne fecero un centro di rifugio e difesa dalle invasioni barbariche. In questo periodo Arpino fu più volte contesa tra il Ducato romano, il Ducato di Benevento, l’invasione dei Franchi (860), le scorrerie dei Saraceni. Dopo il 1000 divenne territorio dei Normanni, poi degli Svevi e del Papato e dovette subire due distruzioni: la prima nel 1229 con Federico II e la successiva nel 1252 a opera di Corrado IV. In questa seconda occasione i danni furono molto rilevanti: la città fu rasa al suolo e furono irrimediabilmente perdute molte delle antiche testimonianze romane. Gli abitanti trovarono rifugio nella vicina località fortificata di Montenero; oggi nella frazione omonima ci sono i resti di un’antica torre.
Nel 1580 Arpino entrò a far parte del Ducato di Sora, feudo parzialmente autonomo del Regno di Napoli. Il Ducato fu soppresso nel 1796 e con esso Arpino entrò a far parte prima del Regno di Napoli e poi del Regno delle Due Sicilie, fino al 1860. Entrò a far parte della Provincia di Terra di Lavoro, in Campania, fino al 1927, dopodiché, con l’istituzione della Provincia di Frosinone, divenne parte di questa nuova provincia laziale.